LaRecherche.it

« indietro :: torna al testo senza commentare

Scrivi un commento al testo di Teresa Cassani
Fatale

- Se sei un utente registrato il tuo commento sarà subito visibile, basta che tu lo scriva dopo esserti autenticato.
- Se sei un utente non registrato riceverai una e-mail all'indirizzo che devi obbligatoriamente indicare nell'apposito campo sottostante, cliccando su un link apposito, presente all'interno della e-mail, dovrai richiedere/autorizzare la pubblicazione del commento; il quale sarà letto dalla Redazione e messo in pubblicazione solo se ritenuto pertinente, potranno passare alcuni giorni. Sarà inviato un avviso di pubblicazione all'e-mail del commentatore.
Il modo più veloce per commentare è quello di registrarsi e autenticarsi.
Gentili commentatori, è possibile impostare, dal pannello utente, al quale si accede tramite autenticazione, l'opzione di ricezione di una e-mail di avviso, all'indirizzo registrato, quando qualcuno commenta un testo anche da te commentato, tale servizio funziona solo se firmi i tuoi commenti con lo stesso nominativo con cui sei registrato: [ imposta ora ]. Questo messaggio appare se non sei autenticato, è possibile che tu abbia già impostato tale servizio: [ autenticati ]
FATALE

Un cancello in ferro battuto, un andito lungo, una fontanella nella corte.
Una casa antica, con la sua storia remota passata tra le mura larghe della fortificazione medievale. Sassi a vista sotto il campanile.
Gene l’aveva voluta lì la loro abitazione.
A Clara era piaciuta: il giardino interno, zeppo di piante, non le avrebbe fatto rimpiangere la villa paterna,immersa nel verde, appena fuori città.
Lei l’aveva conosciuto nella cerchia di conoscenze della sorella Adriana.
Gene sembrava somigliarle: alto e magro, le gambe lunghe, le mani nervose, i capelli chiari. Era elegante quando stringeva tra l’indice e il medio una Muratti e per come portava la sigaretta alle labbra.
Clara, quel giorno, doveva incorniciare un’acquaforte di Marini.
-Per questa ci vuole una piattina d’argento.
Lui era uscito dal retrobottega.
Lei non si aspettava di trovarselo di fronte.
-Lavora qui?
-Do una mano a Teo.
Veniva da una famiglia economicamente solida. Doveva ancora terminare gli studi in Accademia. Aiutava ad organizzare mostre.
-Un perditempo- l’aveva definito la madre, dopo averlo perlustrato da capo a piedi con la folgore azzurra delle iridi.
Clara amava la sua classe. Come piegava lo sguardo. Come lo direzionava. Come indossava il trench con la sciarpa.
Sembrava capace di farla sentire speciale. La principessa del maniero offerto in dono dalla sorte.
Dell’ex fortificazione medievale possedevano la maggior parte di cubatura.
Al primo piano comandavano enormi travi d’epoca in legno scuro, all’interno di una stanza di forte impatto evocativo. La mano sapiente degli uomini aveva collocato, nei riquadri del soffitto a cassettoni,dipinti ispirati ad opere letterarie.
Clara aveva portato dalla casa paterna ciò che la madre le aveva concesso: un bureau seicentesco, un tavolo in noce e quattro sedie. Gene, un comò con intarsi in avorio.
Ma le travi larghe e i quadri del soffitto erano il richiamo principale. Quello che tutti notavano quando facevano visita.
Clara si aspettava che Gene completasse gli studi: lei insegnava già.
Ma lui, insieme al corniciaio, si divertiva a realizzare composizioni, imitando i quadri di Burri e Fontana. Li mettevano in vendita.
Una distesa materica di spighe d’oro, che a distanza richiamava i tagli sulla tela, era stata acquistata per una cifra considerevole. Gene ne era entusiasta e voleva ripetere l’esperimento.
Clara aveva sorriso, ma poi si era fatta più seria.
Aveva saputo che giocava d’azzardo. E naturalmente perdeva.
Clara aveva tentato di dirglielo con le buone. Poi, con le cattive.
Gene l’aveva guardata beffardo.
-Pensi ai soldi? Ai soldi? Ma non sei una redditiera, tu?
Clara non aveva parole. Gene sembrava aver perso ogni interesse per lei.
Dov’erano finiti gli sguardi eloquenti, le parole pronte, i gesti galanti?
Non poteva credere che fosse diventato una misera presenza assenza.
Quando cominciò a staccare i dipinti dal soffitto per venderli, Clara decise di confidarsi con la madre.
Era primavera inoltrata. La madre, in giardino tra i rododendri, indossava un abito rosa e teneva un coniglio bianco sotto il braccio. Clara non appena la vide si sentì specchiata nella sua bellezza angelica e algida.
-Devi liquidarlo- le disse stringendo le labbra in una piega amara. Aveva tolto la mano dal fianco e il coniglio era caduto con un tonfo sul prato.
Clara avvertì la punta del pugnale affondare nel petto.
Non sapeva che fare. O meglio, temeva di saperlo.
Nella stanza, con le larghe travi in legno, il soffitto a cassettoni scheggiato mostrava le sue occhiaie scure, i chiodi sospesi.
Doveva chiudere il capitolo.
Lei si sarebbe ritirata in uno spazio più ristretto. Lui avrebbe avuto la sua parte.







Nessun commento

Leggi l'informativa riguardo al trattamento dei dati personali
(D. Lgs. 30 giugno 2003 n. 196 e succ. mod.) »
Acconsento Non acconsento
 
Se ti autentichi il nominativo e la posta elettronica vengono inseriti in automatico.
Nominativo (obbligatorio):
Posta elettronica (obbligatoria):
Inserendo la tua posta elettronica verrà data la possibilità all'autore del testo commentato di risponderti.

Ogni commento ritenuto offensivo e, in ogni caso, lesivo della dignità dell'autore del testo commentato, a insindacabile giudizio de LaRecherche.it, sarà tolto dalla pubblicazione, senza l'obbligo di questa di darne comunicazione al commentatore. Gli autori possono richiedere che un commento venga rimosso, ma tale richiesta non implica la rimozione del commento, il quale potrà essere anche negativo ma non dovrà entrare nella sfera privata della vita dell'autore, commenti che usano parolacce in modo offensivo saranno tolti dalla pubblicazione. Il Moderatore de LaRecehrche.it controlla i commenti, ma essendo molti qualcuno può sfuggire, si richiede pertanto la collaborazione di tutti per una eventuale segnalazione (moderatore@larecherche.it).
Il tuo indirizzo Ip sarà memorizzato, in caso di utilizzo indebito di questo servizio potrà essere messo a disposizione dell'autorità giudiziaria.